Secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le persone con questi disturbi lamentano insoddisfazione riguardo la qualità e la collocazione temporale del sonno; inoltre sono costanti stress e compromissione delle attività diurne.
Tra i più diffusi disturbi del sonno ci sono:
Descrivendo brevemente il disturbo più diffuso, l’insonnia è una condizione associata a molte e diverse cause: può derivare da malattie neurologiche (es. demenze) o internistiche (es. patologie cardiovascolari), problematiche psicologiche (gran parte dei disturbi psicologici possono portare ad insonnia), a situazioni ambientali (rumore, temperatura, ecc.). In tutte queste circostanze è opportuno rivolgersi al proprio medico curante. Tra le terapie d’elezione per questo genere di problematiche vi è la terapia cognitiva, in grado di agire sia sugli aspetti situazionali che psicologici. Questa dispone di svariate tecniche sperimentate e validate, adattabili alle diverse situazioni. Solo per citarne alcune: Tecnica del Controllo degli Stimoli, Tecnica della Restrizione del Sonno, Tecnica dell’Igiene del Sonno, Tecniche di Rilassamento. Un'altra problematica generalmente legata al sonno e sempre più diffusa è il bruxismo. Si tratta di una parafunzione del sistema masticatorio, caratterizzata da movimenti periodici e stereotipati di serramento e/o digrignamento dei denti e probabilmente conseguente anche ai pressanti ritmi imposti dall’odierna società occidentale. Spesso, le persone non sono consapevoli di questo disturbo e lamentano stanchezza mandibolare al risveglio. Solitamente sono gli individui che trascorrono la notte nella stessa stanza della persona che bruxa ad accorgersi del digrignamento dei denti. La letteratura è concorde nel ritenere che i fattori psicologici giochino un ruolo molto importante nel promuovere e perpetuare il bruxismo, che è quindi stato definito come una risposta di ansia allo stress ambientale e a fattori emozionali come la pressione, la paura e la frustrazione. La terapia con bite rimane il trattamento elettivo. Tali manufatti, ad esempio, riducono l’attività muscolare. E’ però opportuno accostare alla terapia occlusale un adeguato intervento psicoterapeutico che miri ad individuare nell’anamnesi del paziente eventuali elementi di disagio non giunti alla consapevolezza, incoraggiandolo ad identificare sintomi “sottosoglia” o problematiche che chiedono di essere portate al racconto, responsabili di tensioni e preoccupazioni.
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L'autoreMi chiamo Giovanni Ventura e svolgo l'attività di psicologo a Verona presso diversi studi. Archivio
Maggio 2015
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